La maldicenza e gli scritti di San Paolo

Leggo volentieri i passi del Vangelo e delle Lettere di San Paolo, apostolo delle genti, folgorato sulla via di Damasco e convertito alla fede cristiana. Queste letture mi portano a ricordare alcuni momenti della mia vita, episodi vissuti durante la mia infanzia, trascorsa serenamente, per l’affetto dei miei cari e di tante persone attente alla mia formazione, come le maestre e le amiche di mia madre. La maldicenza ha già in sé il suo significato, deriva da “male dicere”, il contrario di “bene dicere”,che si traduce in benedizione, richiesta e donata gratuitamente. Lo zio Serafino, cognato della mia mamma, ogni mattina, riceveva dai suoi figli la richiesta di una benedizione con la frase “Vossia binidica” cioè “Mi benedica”. Sentire quella richiesta mi stupiva un po’, perché mia sorella ed io non usavamo il “voi” parlando con i nostri genitori, ma oggi quella richiesta mi comunica tanta nostalgia associata a tanti ricordi. Nella mia famiglia, non sentivo parlar male di qualcuno, se mai ascoltavo la narrazione di mia madre, colorita da tanta ironia, quando parlava delle impiegate al Comune, Lia e Nellina, guidate e istruite in ogni caso, ma pronte a ricopiare anche le cancellature di un documento e a fare altri pasticci in perfetta buona fede. Le due signore mi volevano un gran bene, quando ritornando dalla scuola, mia sorella ed io ci recavamo al Comune di Ribera, salendo le grandi rampe di scale con gioia, perché la nostra mamma ci avrebbe riportate a casa, dopo che le due “zie” ci facevano dono dei rotoli di carta, già usati dalla calcolatrice. Nei tanti anni ormai trascorsi, nel mondo della scuola e nella città dove abito, da moltissimo tempo, ho incontrato tante persone, che mi sono veramente amiche, e poche imprevedibili, ipocrite come farisei e maldicenti in ogni situazione, che non riguardava la loro persona, ma la vita degli altri, dei quali sapevano tutto e di più. A tal proposito San Paolo, nella lettera agli Efesini 4, 29-32 scriveva: “Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca, ma piuttosto parole buone”….che giovano a quelli che le ascoltano. E in seguito:” Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda”. Il ricordo che ognuno di noi lascia nel cuore degli altri è importante per vivere oltre la vita, dopo aver donato, con affetto e con tutti i nostri limiti, il meglio di noi stessi.

Pubblicato da

Nella Cusumano

Amo scrivere poesie e racconti, a parte le ricette antiche della cucina siciliana che amo in particolare perché sono sempre vissuta qui e nata per caso nel Friuli.

2 pensieri su “La maldicenza e gli scritti di San Paolo”

  1. Molto bello quello che hai scritto, mi fa piacere che leggi il Vangelo. Per come la vedo io la Bibbia è l’unico libro che possiamo dire che contenga le “istruzioni” per questa vita (anche se a volte vanno interpretate).
    Un saluto

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