Le luci della speranza

Nel viale Caldara, nella zona di Porta Romana in Milano, vedo tante luci sistemate sulle inferriate dei balconi e delle terrazze degli edifici di fronte all’abitazione dei miei cari. Anche alcune attività commerciali hanno addobbato, con luci intermittenti e festoni natalizi, le vetrine, finalmente riaperte, per consentire gli acquisti natalizi a quanti pensano ai doni da inviare agli amici e da portare ai familiari. Molti ricordano le cene e i pranzi delle Feste, vorrebbero andare sui campi di neve o partire per le terre più calde, ignorando la precarietà della situazione in cui ci troviamo. Aspettare il Natale deve significare l‘Attesa in senso lato, il desiderio di capire il significato della nostra vita, del nostro esistere qui e ora, del nostro destino di creature che percorrono una strada, che vivono le difficoltà e le assurdità della loro esistenza confidando in se stessi, in Dio e sperando che arrivino tempi migliori. Una riflessione mi ha impressionata molto: “c’è qualcuno che non festeggia il suo compleanno, che non segna la data della sua nascita e non chiede un regalo o una torta…..”Questo accade per molti bambini che vivono in povertà, per molti anziani dimenticati, per il piccolo Gesù che torna tra noi e non chiede niente, anzi apre le sue piccole braccia e sorride”. Abbiamo dimenticato Betlemme, afferma il cardinale Angelo Comastri, parlando del valore della famiglia, della fragilità cui sono esposte oggi le famiglie, delle separazioni dei coniugi, dei figli lasciati nella precarietà di situazioni difficili che non riescono ad accettare e tantomeno a risolvere. Il Bambino di Betlemme ha scelto una famiglia, composta da Maria e Giuseppe; il primo miracolo di Gesù avviene alle nozze di Cana, dove si tiene un banchetto per gli sposi, che non avevano vino sufficiente per gli invitati e a quel punto si verifica la trasformazione dell’acqua, in vino ottimo. L’intervento della Madre Maria, discreto e opportuno, risolve il problema rivolgendosi ai servi: “fate quello che egli vi dirà”. Allora il senso della nostra attesa può essere compreso, dovremmo capire la venuta di un Bambino che faceva paura ai potenti, che viene visitato prima dai pastori e poi dai saggi venuti da lontano, i Re Magi. Le luci che vedo sfavillare tra le gocce di pioggia continua e il tremolio delle foglie del grande ippocastano che s’innalza fino all’ottavo piano di questo stabile, mi parlano di speranza cercata e invocata da tutti noi che aspettiamo il Natale.

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Nella Cusumano

Amo scrivere poesie e racconti, a parte le ricette antiche della cucina siciliana che amo in particolare perché sono sempre vissuta qui e nata per caso nel Friuli.

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