Philip Roth e la pastorale americana

Uno scrittore statunitense, noto nel panorama letterario del nostro tempo, viene collocato tra i romanzieri ebrei di lingua inglese, come il più premiato e come il maggiore narratore dopo Faulkner. Così viene descritto dal suo amico Blake Bailey, autore della biografia (un volume di 900 pagine): “un genio che ama, odia , ferisce, lotta con sé stesso, soffre, sbaglia, egoista e manipolatore, dolce e generoso, solo, depresso, vulnerabile, addolorato. Oppresso dal senso di mortalità, dalla cardiopatia coronarica e dai 5 bypass.” Il nostro, nato nel New Jersey, fu educato come un ebreo ortodosso, studiò letteratura inglese e si dedicò alla letteratura nonostante le sue incertezze, la sua esitazione, la sua tendenza a descrivere situazioni difficili. A tal proposito affermava: “ci si può scandalizzare per i miei libri? Un libro fa scandalo solo se è scritto male.” La sua opera completa venne pubblicata dalla Library of America mentre l’autore era ancora in vita. Roth fu molto generoso con l’amico Milan Kundera perché si interessò moltissimo alla pubblicazione delle sue opere negli Stati Uniti, fu molto comprensivo con la colf Estele Solano, aiutandola a comprare un appartamento nel Queens, costato 70 mila dollari. Discutibile il suo rapporto con le donne, con la moglie Margareth Marthinson, deceduta nel 1959 per un incidente stradale, con Claire Bloom seconda moglie. Dal suo esordio con Addio Columbus e cinque racconti del 1959, il nostro produsse diversi romanzi: Lasciarsi andare del 1962, Quando lei era buona del 1967, La mia vita di uomo del 1974 , Pastorale americana del 1997 (premio Pulitzer 1998) a Nemesi del 2010, per citarne solo alcuni. Una produzione ricchissima, varia e stimolante, scaturita dalla volontà di scrivere, dall’ascolto e da una particolare visione della vita. Così Roth: “Tutti hanno idee per un romanzo, la metropolitana è intasata da persone appese alle cinghie, con la testa piena d idee per un romanzo, che non sono in grado di iniziare. Spesso io sono uno di loro”. Nel romanzo La pastorale americana, il nostro afferma: “Nessuno attraversa la vita senza restare segnato in qualche modo dal rimpianto, dal dolore, dalla confusione e dalla perdita“. Anche quelli che da piccoli hanno avuto tutto, vanno incontro all’infelicità, così pensava Roth, narrando la storia di un incontro fra compagni di scuola e affidando al protagonista, il suo alter ego, le sue riflessioni sulla vita, la solitudine, la coscienza della nostra esistenza, destinata a finire. Solo la letteratura rimane e vive oltre la vita.

La guerra delle farfalle

Un libro per ragazzi, La guerra delle farfalle, scritto da Hillary MacCay, nata nel 1959 a Boston. Figlia di un ingegnere, Ronald e di una infermiera, Mary Damms, amante della lingua inglese, della zoologia e della Chimica, si dedica alla scrittura soltanto nel 1991 e con il libro Le sorelle Conroy riceve nel 1992 il premio Guardian chilndres fiction. Autrice di moltissimi libri per ragazzi, nel 2002 viene premiata per L’angelo di Saffy e nel 2008 per The Skylarks War. La storia narrata nel testo si riferisce alla nostra vita, prima della guerra mondiale del 1918, quando le strade erano illuminate dai lampioni, le case dai lumi a gas o dalle candele, la scuola formava le classi, separando i maschi dalle femmine. Altri tempi, diranno i miei lettori, ma una situazione identica riguardava le nostre nonne, donne vissute in tempi difficili, ragion per cui soltanto l’uomo poteva lavorare pr mantenere la sua famiglia, mentre la donna era destinata ad essere madre e moglie e soggetta in tutto al marito. Il romanzo inizia con la nascita di una bambina, Clarry, poco gradita al padre e al fratellino di tre anni, per non dire che la piccola rimarrà orfana per la morte precoce della madre. La sua vita di adolescente trascorreva con il fratello Peter, il cugino Rupert e gli amici, nella Inghilterra del primo Novecento, quando non era facile crescere, a causa degli eventi bellici e delle restrizioni conseguenti. Il romanzo è avvincente, adatto a ragazzi dai 10 anni in su. La lettura, spesso consigliata dai genitori e dagli insegnanti, viene tenuta in poco conto dai giovani, interessati a cliccare sui cellulari, a scrivere sui tablet, per non dire di altri giochi che catturano la mente e il cuore. Regalare un libro era una consuetudine, negli anni della mia adolescenza, oggi ricevere in dono un libro è per me molto importante, perché preferisco tenerlo sul mio tavolo, sfogliarne le pagine, segnare i passi più significativi. Considero il libro come un amico sempre presente e fedele.

IL valore della lingua latina

Gli scrittori latini, incontrati nel corso degli anni giovanili, mi hanno trasmesso la sensazione che i loro scritti, anche se riferiti a epoche molto lontane, sono attualissimi e il ricordo degli eroi della cultura classica perdura nel tempo. Nei primi del mese di aprile, in particolare nei giorni 7 e 8 prossimi, l’Associazione di cultura classica (AICC), celebra la II Giornata mondiale del Latino, in collaborazione con l’Università La Sapienza -Roma Tre, con l’istituto italiano per la Storia antica, con l’Unesco e con la Fédération internationale des etudes classiques per sensibilizzare i giovani studenti di ogni ordine e grado. Nicola Gardini, giornalista del Sole 24 Ore, nel Domenicale, allegato al quotidiano del giorno 3 aprile, afferma che l’importanza del “latino è molto visibile perché ci insegna che sotto la nostra realtà c’è n’è sempre un’altra, pronta a irrompere ....siamo fatti di tracce, ci sono cose che ci riguardano, anche se non ce ne accorgiamo”. Di conseguenza, “conoscere il latino, in qualunque forma, fosse anche la rapida ripresa di due parole, vuol dire che quel che facciamo è storia….Il latino e lo studio dei classici vanno difesi se, dopo lo studio, sentiamo di avere a acquisito il senso del passato, che dovrebbe caratterizzare la vita di ognipersona, perché nessuno nasce senza genitori e antenati, ma porta con sé un insieme di valori, di conoscenze, di tradizioni che fanno parte essenziale della vita umana. Diverse città della nostra Italia, hanno organizzato le giornate con incontri online, con relazioni antimeridiane e corsi pomeridiani, destinati ai docenti, per la didattica del latino. I corsi di laurea, che utilizzano l’insegnamento del latino, propongono l’analisi linguistica e l’analisi critica dei testi originali, per comprendere il valore della lingua latina, dalla quale derivano l’italiano e le lingue romanze. Fra le tante iniziative dei nostri giorni e i ricordi del mio percorso universitario, vissuto a Palermo con la frequenza alla Facoltà di Lettere , ripenso ai corsi di Latino tenuti dal Professore Pavano, docente eccezionale, severo, esigente, molto stimato da noi studenti. Non dimentico il mio l’ultimo esame di Lingua e letteratura latina, sostenuto un mese prima della mia laurea. Il docente, comprese la mia emozione, la mia preoccupazione per l’esame da sostenere e mi chiese: Lei sostiene il primo esame? ed io risposi: No, è l’ultimo….Infine l’esame andò bene e mi salutò com molta cordialità.

Anna Gregorio, astrofisica triestina

Non conoscevo Anna Gregorio, astrofisica premiata con altre 100 donne famose dalla rivista Forbes Italia, il magazine più famoso al mondo per varie classifiche su cultura, economia, giovani talenti, leadership imprenditoriale e altro. Pochi giorni fa, Anna Gregorio ha ricevuto il premio Cinzia Vitale per la scienza. Le sue pubblicazioni, dal 1993 al 2014, sono 264 . Conseguita la laurea in Fisica nel 1992, ha raggiunto livelli eccezionali, considerati i ritardi della sua carriera universitaria, nonostante la sua determinazione a fare impresa, La cosiddetta “parità di genere” e i provvedimenti legislativi relativi alla condizione femminile ( vedi Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile) non hanno agevolato il suo percorso culturale e accademico. Intervistata dal giornalista Paolo Bricco sul Sole 24 Ore della domenica, la nostra raccontava di sé, con semplicità, della sua famiglia, dei suoi progetti, della sua Trieste. Così leggiamo : ” Mio padre Leonardo era un artigiano autodidatta, che ha posato molti pavimenti in legno in molti uffici e bar storici di Trieste. Mia madre Gianna, ragioniera, teneva la contabilità della ditta di famiglia, io ho studiato Fisica e sono diventata una scienziata. Per la sua amata città dichiarava: “Trieste è sia di mare che di terra ferma, nella sua anima contiene il Mediterraneo, ma ha dentro anche il Nord e l’Est Europa. La nostra scienziata, classe 1967, insegna all’Università di Trieste, il suo corso si identifica con il Laboratorio di astrofisica spaziale, che negli ultimi 15 anni, ha avuto un ruolo operativo, molto interessante per il concepimento e il lancio del satellite Plank dell’Agenzia spaziale europea (2009). Anna Gregori è tra le poche donne interessate alla Space Economy (economia dello spazio), interessata al concepimento e alla realizzazione di piccoli satelliti per un utilizzo scientifico e tecnologico. Una società, la Pico Sats, a Trieste, produce piccoli satelliti per una serie di applicazioni future, come le telecomunicazioni, l’esplorazione dello spazio, la convalida della tecnologia. Scrive a tal proposito il giornalista Paolo Bricco, che la Pico Sats “ha chiuso un contratto per una fornitura con la società canadese Aqsp, entrando così in un mercato che sta crescendo a dismisura, grazie agli investimenti di grandi nomi del capitalismo internazionale, come Elon Musk, Jeft Benson, Richard Branson. Anna Gregorio, sicura di sé e determinata, da qualche mese, si trova in una posizione più alta per la partecipazione al progetto Euclid. Così ha dichiarato: “l‘Agenzia spaziale europea mi ha affidato la preparazione e la gestione di tutta la strumentazione per l’analisi della materia e dell’energia oscura, quel 95% della materia e dell’energia originaria dell’universo, che è a noi ignota.” La ricerca e l’impegno hanno portato Anna Gregorio verso le mete da lei sognate, insieme al suo voler conservare il legame fra realtà e immaginazione, fra letteratura e scienza, rimanendo a Trieste, città tanto amata per la sua storia familiare e per il suo lavoro di scienziata che guarda in alto.