25 novembre

Una giornata per ricordare tante donne, tantissime, uccise da mani violente, strappate alla vita per mano di uomini-bestie, selvaggi e privi di moralità, di rispetto per gli esseri umani, per la vita degli altri e per la loro. Perché il 25 novembre? I fatti accaduti nel 1960, proprio il 25 novembre, riportano alla nostra memoria le tre sorelle Mirabal, Patria, Minerva e Maria Teresa, che si opponevano al regime dittatoriale del dominicano Rafael, Leonida Trojillo, ragion per cui furono rapite, massacrate e gettate in un precipizio per simulare un incidente. Le tre donne andavano a visitare i loro mariti, in carcere perché oppositori al regime e per aver animato e spinto alla ribellione un gruppo di clandestini, loro amici. Nel 1981, a Bogotà, un gruppo di donne femministe latino americane e caraibiche, stabilirono il 25 novembre come giornata internazionale per ricordare le donne uccise violentemente e in particolare le sorelle Mirabal, Nel corso dell’anno 2009, l’artista messicana Elina Chauvet realizzò una installazione con le scarpe rosse, dette zapatos ropjas, proponendo alle donne di tutto il mondo la sua idea. Nell’anno 1999 l’assemblea generale delle Nazioni Unite, stabilì che la giornata del 25 novembre venisse ricordata con diverse iniziative per onorare la memoria di tutte le donne vittime innocenti, uccise da una mano violenta, in tante parti del mondo. Le considerazioni attribuite a Wiliam Shakespeare sono attualissime: “la donna uscì dalla costola dell’uomo, non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore, ma dal lato per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata”. In tutte le iniziative, realizzate in questo giorno memorabile, si è sottolineata la promulgazione di leggi severe e la necessità, più volte enunciata, di educare i giovani alla convivenza serena, priva di conflitti e gli uomini in particolare, al rispetto della donna, creatura fragile e forte, generosa e sensibile, disponibile al sacrificio e alla completa dedizione.

Festa dell’unità nazionale e delle forze armate e centenario del Milite ignoto

4 novembre, una festa del tempo che fu. Ricordo il giorno di vacanza, tanto atteso da noi studenti, come la giornata del 2 giugno, festa della nostra repubblica. Le due giornate di festa erano state stabilite nel 1919, dato che nel 1918 si era conclusa la seconda guerra mondiale con la resa dell’Impero austro-ungarico, con la vittoria italiana e con l’annessione di Trento e Trieste. Dal 1977 la festività del 4 novembre è stata soppressa e rinviata alla prima domenica di novembre, con grande delusione degli studenti e dei lavoratori in genere. Si celebra, con varie cerimonie, anche il centenario dell’arrivo al Vittoriano di Roma del Milite Ignoto, a ricordo dei moltissimi soldati che avevano perso la vita sul campo di battaglia, lasciando nel lutto e nel dubbio terribile le loro famiglie. Molte donne, private dei loro figli, ne aspettavano il ritorno e si recavano nei luoghi della guerra per assistere alle tumulazioni dei soldati caduti in battaglia. Spesso le loro speranze venivano spezzate dal riconoscimento quasi impossibile delle salme. Il 4 novembre del 1921 un treno speciale partiva da Aquileia a Roma per tumulare la salma del Milite ignoto al Vittoriano, ai piedi della statua della dea Roma, alla presenza delle autorità e di una folla commossa e partecipe. La salma fu scelta fra le undici salme non identificate, radunate nella basilica di Aquileia, da una madre, Maria Bergamas, che aveva perduto in guerra il figlio Antonio, volontario, interessato al riscatto di Trento e Trieste, morto nella zona dell’Altipiano di Asiago, sul campo del Monte Cimone. Il treno, che partì da Aquileia, impiegò una settimana, attraversando tutta Italia fra ali di folla, che commossa si inginocchiava e pregava per le migliaia di soldati caduti in guerra. Il filmato televisivo La scelta di Maria, ha fatto rivivere con alcuni video storici, la storia del Milite ignoto, proponendo immagini molto significative e destando nel nostro animo il sentimento che ci lega alla nostra Italia, così bella e perduta, per gli eventi poco rassicuranti del nostro presente.