Ritornare

Il mio arrivo in Sicilia, dopo un lungo periodo trascorso a Milano, ospite di mia sorella, mi ha riportato alla solita cadenza giornaliera di ritmi e occupazioni , purtroppo tracurate da molti mesi. Il Covid 19, malefico e devastatore, causa di una pandemia mondiale, ha sconvolto la mia vita, la vita dei miei cari e del mondo intero. Il male, al contrario del bene, è sempre palese, infestante,deleterio. Il bene esiste, anche se nascosto e poco verificabile dai più, ragion per cui il detto antico “fa più rumore una montagna che cade, non una foresta che cresce“, si addice a migliaia di volontari, disponibili a sacrificare ore e giorni per assistere le famiglie bisognose. Molti medici e infermieri sono ancora sul campo per curare e guarire i malati di covid, affrontano rischi e difficoltà con grande spirito di servizio, ma i contagi ci sono, forse in diminuzione, i vaccini sembrano efficaci per quanta immunità possano assicurare , per il resto la vita va come va, con la speranza che in fondo al tunnel si intraveda una luce. Un film,commedia del 2015, Bis -Ritorno al passato, ci propone una storia che riguarda due amici, che vivono una vita diversa, uno di loro accumula denaro, l’altro forma una famiglia. Tutti vorremmo guardare al futuro, anche se non lo conosciamo, lasciare alle nostre spalle il passato, triste e oscuro, per ritornare alla nostra vita normale. Per me la normalità è il più grande dei miei desideri.

15 maggio-Festa dell’autonomia siciliana

La festa di oggi ricorda una pagina di storia interessante per la nostra terra. Trascrivo in breve le tappe che portarono all’Autonomia della Regione Sicilia con Statuto speciale.

Nel 1946, il 15 maggio, Umberto II re d’Italia, con il regio decreto legislativo n.455, approvato dal Consiglio dei ministri, articolo unico, promulgava lo Statuto della Regione Sicilia, già “sottoposto all’Assemblea costituente per essere coordinato con la nuova costituzione dello Stato”. Due anni dopo, la legge costituzionale n.2 del 1948, a norma dell’art.116 della nostra Costituzione, istituiva per la Sicilia il cosiddetto Statuto speciale, con autonomia legislativa, amministrativa e fiscale. La nostra regione ha competenza esclusiva per questi settori: Beni culturali, agricoltura, pesca, enti locali, ambiente , turismo e polizia forestale. Il personale dipendente è più numeroso che nelle altre regioni. Le imposte riscosse nell’isola dovrebbero rimanere nella Regione, considerata la autonomia finanziaria e fiscale. Lo Stato dovrebbe fornire alla Regione una somma da destinare ai lavori pubblici; le altre regioni dovrebbero , a titolo di solidarietà, stabilire una somma, con piano quinquennale, da destinare alla Sicilia (art.38 dello Statuto speciale). Purtroppo si è verificato e si verifica, un cattivo uso delle risorse finanziarie, ragion per cui non si è attuato il pieno sviluppo della nostra isola. L’autonomia ha valore se viene riveduto e riscritto lo Statuto regionale e se gli organi di governo dell’isola decidessero di muoversi nella giusta direzione, senza indugi e sprechi. Molti siciliani si lamentano, nel corso degli anni, per i guai della burocrazia, per i numerosi enti ( 200 e più) per i favoritismi, gli abusi, per la violenza diffusa che genera disordini e delitti. Molti siciliani negli anni ’50 emigravano verso il Nord Italia e l’Europa, lasciando la famiglia e i figli ancora piccoli. Mi chiedo se la Sicilia di questo nostro tempo sia in grado di mantenere in funzione le scuole, curando la sicurezza degli edifici e la qualità dei dirigenti, dei docenti e di tutto il personale scolastico. Si pensa a lasciare in abbandono le strutture, di abolire alcuni reparti negli ospedali, che vengono spesso declassati o addirittura cancellati, con gravissimi danni per i cittadini, specie per i più deboli e i più poveri. Se facessimo una rassegna all’indietro della storia della nostra isola, verifichiamo che i siciliani ebbero coscienza di sentirsi una realtà a sé stante dai tempi di Ducezio , con la rivolta dei Siculi, al congresso di Gela (424 a.C,) che portò la pace tra le città siceliote e i delegati dei Siculi e dei Sicani. Con Dioniso I nasce uno stato siceliota, quasi unitario, che diventerà Regno con Agatocle. La nostra isola ha subito diverse situazioni e dominazioni , a partire dalle colonie greche della seconda metà dell’VIII secolo ai Romani, Vandali, Arabi, Normanni e Svevi, Angioini e Aragonesi, per ricordare la complessità della storia di Sicilia. Tralascio altro, riguardo le vicende storiche della nostra terra, ritorno alle origini della cosiddetta autonomia. Nel corso dell’Ottocento, nacquero esigenze di autodeterminazione dei popoli e aspirazioni autonomistiche soprattutto in Sicilia, Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige, ragion per cui si volle concedere loro l’autonomia, prima della Costituente, considerando il ritardo economico, le conseguenze della seconda guerra mondiale e le spinte autonomistiche sostenute da personaggi famosi che invocavano il separatismo delle loro regioni dal governo nazionale. Molto si può scrivere sulla Sicilia, sullo Statuto speciale, ma la complessità della storia siciliana va ripensata, riveduta e conosciuta soprattutto da parte dei giovani, che frequentano le nostre scuole e le nostre Università. Ricordo gli anni della mia giovinezza, quando mio padre volle iscriversi all’Università di Palermo per seguire il corso di Diritto regionale (della durata di tre anni) e conseguire un titolo equivalente ad una laurea. Mia madre e noi ragazze conoscevamo il temperamento e il desiderio di conoscenza che facevano parte della personalità di mio padre e trascorso il triennio, con tanta gioia, tutta la famiglia organizzò una festa per lui, con la presenza di alcune persone care. Quella giornata rimane nel mio animo, tra i ricordi più belli dei miei anni giovanili.