Davide Maria Turoldo

Sono trascorsi 30 anni dalla morte di un grande poeta, un monaco che “faceva rumore anche quando pensava” afferma Camillo De Piaz. Un uomo libero che non desiderava e non cercava il dissenso o il consenso , ma il senso della vita e della storia. Veniva definito “prete scomodo, prete di sinistra e prete moderno” 3 aggettivi che lo facevano sentire un perseguitato, come se fossero “i tre chiodi” della sua esistenza. Le origini di Padre Davide vanno ricercate nella sua terra natale, il Friuli, nella sua famiglia povera e tradizionale, nella piccola città di Coderno di Sedegliano, dove è stata allestita una mostra fotografica che comprende diverse testimonianze e 40 foto dei momenti più significativi della sua vita. Scrittore , teologo. poeta, Padre Turoldo, giovane prete, negli anni ’70, amava incontrare persone diverse (Dossetti, Nomadelfia, la comunità di Bose) che lo raggiungevano alla Casa di Emmaus per confrontarsi e trovare l’entusiasmo per una Chiesa nuova, . La sua libertà scaturiva da i “due doni che Dio gli aveva dato: la fede e la poesia e dandogli la fede gli aveva imposto di cantarla tutti i giorni” come affermava Carlo Bo. La sua poesia diffondeva la Parola di Dio in modo nuovo, predicava un Cristo che “scorre dentro la vita, dentro il torrente della vita, nel sapore del pane, nel vino che è sangue, nella mano che accarezza, nel cuore delle cerve e sotto le ali delle rondini, nel solco della terra nera. ….nei poveri, sola forza invincibile”. La poesia del nostro, specie la traduzione poetica dei Salmi, che lo impegnò per tutta la vita, presenta un linguaggio nuovo, originale e profondo, tanto da affermare che “un solo verso può fare più grande l’universo”. Scriveva Padre Turoldo : a me non interessava una scelta di partito e neanche di schieramento, ma un più coinvolgente stare dalla parte dell’uomo che va da Gerusalemme a Gerico, scegliere sempre l’umano contro il disumano…..Questo non è essere di sinistra, questo è Vangelo”. Leggiamo, fra le sue preghiere: Manda ancora profeti, Signore, uomini certi di Dio, uomini dal cuore in fiamme e tu a parlare dai loro roveti”. Incompreso e in certe situazioni perseguitato, non si sentiva vittima, anzi continuava a diffondere il suo pensiero con la forza di un “leone ruggente” come afferma Ermes Ronchi, teologo vissuto alla scuola di Padre Davide, che appariva ai più come un sognatore, un prete originale, fuori dalla schiera dei mediocri predicatori della Parola. Conservo, fra le lettere più care , ricevute negli anni ’70, un suo scritto in risposta ad un mio piccolo testo di poesia inviatogli per chiedere un suo parere. Mi rispose, fra le tante parole: “continuiamo a cantare la Bellezza e la Grandezza di Dio”. Il nostro Padre Turoldo ha lasciato un patrimonio poetico, scaturito dalla sua grande pietà per l’essere umano e da una grande fede in Dio.

La poesia dei bambini di periferia

Apprendo da qualche tempo che una delle migliori voci poetiche del nostro tempo, Chandra Livia Candiani, da alcuni anni incontra gli alunni della scuola primaria e tiene i Laboratorio di poesia. Numerose le pubblicazioni della nostra scrittrice, poetessa e traduttrice di testi buddisti e zen. Nel 2021, per Einaudi, ha pubblicato Questo immenso non sapereConversazioni con alberi, animali e cuore umano, aprendo così una finestra sul nostro orizzonte e sul consueto modo di essere e di imparare. Così si esprime la nostra scrittrice: “Una buona pratica preliminare di qualunque altra è la pratica della meraviglia….esercitare la meraviglia cura il cuore malato. Esercitare la pratica del non sapere e a meravigliarsi. Guardarsi attorno e lasciare andare il concetto di albero, casa, mare e guardare con sguardo che ignora il risaputo“. Non meravigliarsi è un atteggiamento diffuso, è più vero di quanto si possa immaginare in questo nostro tempo disilluso e violento, disumano e corrotto. Anche i nostri piccoli, nella società del benessere e del consumismo, sono abituati al “tutto e subito”, capricciosi, accontentati dai genitori, ragion per cui non si stupiscono, non avvertono la gioia del dono e il valore degli affetti, mentre altri , direi moltissimi bambini del terzo mondo, sono privi di tutto e si contentano del poco che noi inviamo alle Missioni dell’Africa, dell’Asia e dell’America latina. La scrittrice, nel testo Il silenzio è cosa vival’arte della meditazione, afferma : “lasciare spazio intorno ai gesti ordinari, dargli una stanza, li fa brillare, permette che aprano un varco nell’oscurità in cui di solito viviamo, nel nostro quotidiano sonno. Allora, piano piano, si ricevono le visite della consapevolezza….” E altrove: “non voglio imparare a tacere, voglio assaporare il silenzio da cui ogni parola vera nasce, non voglio essere buona, voglio essere sveglia. Non voglio essere un’altra, voglio adottarmi tutta intera. Non voglio pacificare tutto, voglio esplorare la realtà anche quando fa male, voglio la verità di me“. Dal pensiero della Candiani scaturisce il suo amore per il laboratorio di poesia, realizzato e seguito con interesse da alcuni alunni della periferia di Milano. I bambini hanno imparato ad ascoltare il silenzio, ad esprimere liberamente quanto sentivano, a scrivere poesie, come Baryan, italiano di 10 anni: ” Le foglie si nascondono/ dietro di esse c’è il sole/ con i raggi oscuri/ ma io esco / da un incubo e mi ritrovo / nella terra e mi sento personale /io sono come sono/ le mie mani, i miei occhi / io mi sento come sono. E Mark, filippino di 8 anni: “L’addio è un cuore/ come la notte / e la notte così dolce / il cane nel mare / il nome/ che rispetta gli animali / la vita/ con la pecora /che dorme tranquilla.” I versi dei bambini della periferia multietnica milanese sono raccolte nel testo Ma dove sono le parole? a cura della nostra scrittrice e di Andrea Cipolla. Le parole sono in noi, nel nostro animo, nel nostro vissuto, passato e presente, portano dentro di noi un significato profondo e veritiero. Sta a noi saperle riconoscere.

5 febbraio-giornata dello spreco alimentare

La nona giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare venne istituita nel 2014 da Spreco zero di Last Minut Market, in collaborazione con l’Università di Bologna e il Ministero dell’Ambiente per sostenere una campagna di sensibilizzazione che salvaguardi l’ambiente da ulteriore degrado e induca i cittadini a rivedere il proprio stile di vita, oltre che la realtà ambientale e sociale. Questa nona giornata è sostenuta dalla Commissione europea, dai Ministeri della Transizione ecologica , degli Affari esteri, della Cooperazione internazionale e dalla Rai per il sociale. Anche la Fao, che si occupa della fame nel mondo, ha sollecitato l’educazione ad un comportamento solidale, monitorando, nel 2021, otto realtà: Stati Uniti, Regno Unito, Cina, Canada, Russia, Germania, Spagna e Italia. Noi italiani siamo stati i più sensibili al problema, forse perché molte realtà, diffuse in varie regioni, si adoperano per il recupero solidale di cibo commestibile, destinato ai poveri della Caritas, alle Associazioni e ad altri Enti no profit. Si è diffusa la “economia del dono” con il progetto win-win, un percorso economico-sociale che aiuta tutti : le imprese commerciali che evitano lo spreco di prodotti edibili, destinati ai rifiuti, gli enti di beneficenza, l’ambiente e la società. Cirfood, impresa nota per la ristorazione collettiva , ha seguito un progetto sperimentale , guardando al futuro, per migliorare lo stile di vita, per risanare l’ambiente e ha recuperato in un anno, 2 tonnellate di cibo (quasi 4800 pasti). Durante l’ultimo anno, nella nostra Italia si è verificato lo sperpero di 1.866.000 tonnellate di cibo, del valore di 7 miliardi di euro. Ho seguito, nel corso della trasmissione Geo, la intervista a Marco Ranieri, giovane consulente per le politiche giovanili della Puglia, che ha raccontato la sua esperienza. A seguito dell’Expo, insieme a pochi amici, considerando lo spreco di cibo nel Nord del mondo e la fame del Sud, dove la miseria miete vittime innocenti, decisero di aderire al progetto Avanzi popolo 2.0 ideato dall’associazione Farina 0. Alla iniziativa si unirono 40 imprese e 10.000 volontari, con l’intento di recuperare il cibo per distribuirlo utilizzando biciclette cargo e donarlo alla Caritas e alle varie Associazioni benefiche, come il Banco alimentare e Pane quotidiano. Da tutto ciò nacque la piattaforma Food sharing e si determinò il progetto School sharing che, ad oggi, coinvolge molte scuole di ogni ordine e grado. Ogni anno in Italia vengono sprecate 5 milioni di tonnellate di cibo con un costo di 12,6 miliardi di euro e 24,5 milioni di tonnellate di carbonio emesso. E’ necessario prendere coscienza dei danni derivati dallo spreco alimentare e dallo spreco in ogni senso, considerato che la società del benessere sta arrecando danni alla vita umana e alla tutela del pianeta Terra.