La bellezza della imperfezione

Negli anni ’90 ho visitato, a Parigi, il Museo del Louvre e ho avuto modo di ammirare le opere d’arte, custodite da secoli in quel luogo meraviglioso. A parte i dipinti di artisti famosi, alcuni dei quali italiani, come Leonardo da Vinci, autore della Gioconda, quadro di piccole dimensioni, ma intenso per la delicatezza delle immagini, che riprendono il paesaggio toscano, e per la misteriosa figura ammirata da tanti visitatori e definita unica e imperscrutabile, ricordo di aver fermato la mia attenzione sulla Nike di Samotracia, la Vittoria alata, acefala e priva delle braccia. La storia della statua in marmo pario, alta 245 cm, ci riporta all’anno 190 a.C. quando l’autore Pitocrito, nome che si legge sulla scultura, volle realizzarla per celebrare la vittoria di Rodi contro il re siriaco Antioco III. Per la sua bellezza e per il suo significato, fu collocata nel Santuario dei Grandi di Samotracia, l’isola che definisce l’appartenenza della Nike. La statua nel corso dei secoli, misteriosamente scomparve, ma fortunatamente venne ritrovata nel 1863 dall’archeologo francese Charles Champoiseau, ragion per cui la scultura venne acquistata dai Francesi e collocata fra le grandi opere del Louvre. La Vittoria alata, per il panneggio della sua veste e per la grandezza delle sue ali, comunica una sensazione di bellezza, nonostante sia acefala e senza braccia. Quello che manca alla Vittoria alata, viene immaginato dal visitatore che ricostruisce il viso e le braccia e trova nella imperfezione la bellezza di quell’opera d’arte. Molto spesso, la prima impressione che riceviamo dall’incontro con una persona o dalla visione di un dipinto, ci porta a definire bello o brutto ciò che vediamo. In verità il detto antico “non è bello quel che è bello, ma è bello ciò che piace“, insegna qualcosa, ma il giudizio estetico va riferito ad ognuno di noi, alla nostra sensibilità, oltre che alla nostra capacità di accettare e valutare persone e cose. Noi, esseri umani, sappiamo di essere imperfetti, ma è nostro dovere, essere perfettibili e credibili in ogni situazione.

25 novembre -Parità di genere?

Lo scorso anno, una legge approvata dal nostro Parlamento garantiva la cosiddetta parità di genere, che di fatto non ha apportato cambiamenti nella condizione di rischio in cui vivono oggi le donne .Ogni 3 giorni, in Italia, viene abusata, uccisa crudelmente una donna dal proprio marito o dal compagno, uomini peggiori delle bestie, che uccidono anche i loro figli, alcune volte presenti alla morte della loro madre. La gravità di tali episodi viene oggi discussa, disapprovata, ma legge che invoca la parità dove è finita? Si deve parlare di rispetto per l’essere umano, di coscienza del proprio operato, che genera dignità, non violenza, di leggi severe che condannino con pene adeguate gli autori di numerosi delitti chiamati “femminicidi”. Oggi , nella città di Milano, studenti e docenti dell’Istituto europeo del design (Ied), diretto da Emanuele Soldini, in collaborazione con un network di aziende, ha utilizzato la cosiddetta street art per raccontare, con il disegno e le immagini, il fenomeno della violenza contro le donne. Questo evento si collega al progetto AmAbilità nato nel 1919 per affermare che le donne devono amare se stesse e sfruttare le loro doti e le loro abilità Per molte vie di Milano, in quartieri diversi, 16 saracinesche sono state decorate, con il permesso dei proprietari di negozi e di attività commerciali. Le frasi inserite nei disegni, riportano affermazioni di autori famosi come Shakespeare, Alda Merini e altri. L’arte che traspare dai disegni del team di studenti e docenti, guidati da Martina Sironi comunica messaggi di vita e di bellezza a ciascuno dei passanti A tal proposito riporto una affermazione del grande Shakespeare: Quale autore al mondo potrà insegnarvi la bellezza come uno sguardo di donna? Il mio sogno più grande consiste nel poter ritrovare la bellezza e la bontà in tante persone, semplici, rispettose della vita e della donna, che diffonde amore e dona la vita.